martedì 16 aprile 2013

L'improvvisazione fa male al copywriting

D'accordo, probabilmente con questo post mi farò qualche nemico. Ma, come diciamo sempre, il blogger ha il dovere di esporsi trasformando il suo spazio web in un ambiente che lo rappresenti appieno. Ed è proprio quello che ho deciso di fare oggi con quest'articolo in cui voglio dire la mia su un tema che mi sta parecchio a cuore: l'improvvisazione nel copywriting.



L'improvvisazione, il lato oscuro del copywriting

In un articolo di qualche settimana fa vi ho parlato del web copywriter, cercando di mettere in luce gli aspetti centrali di questa professione. Oggi vorrei fare un passo ulteriore, analizzando quello che ritengo essere l'errore più grande per chi svolge questo lavoro: l'improvvisazione.

Molto spesso sul web ci ritroviamo a parlare della svalutazione dei lavori legati al comparto digitale. È quello che è accaduto anche su My Social Web, il blog di Riccardo Esposito. Vi consiglio di leggere l'articolo e i commenti che ne sono scaturiti perché quello di cui parleremo oggi è in parte legato anche a quanto emerge da esso.

A mio avviso, infatti, una delle cause della sempre più generalizzata svalutazione del mestiere del copywriter è quella dell'improvvisazione. Una tendenza che, mio malgrado, riscontro in maniera molto frequente. Una situazione che penso dipenda da 4 fattori principali:
  1. la difficile congiuntura economica che stiamo vivendo, che rende difficile per molti – soprattutto giovani e neo-mamme – trovare lavoro;

  2. la convinzione che tutti siano in grado di scrivere e che, quindi, questa professione possa essere svolta da chiunque senza la necessità di una formazione specifica;

  3. l'idea che chi dispone di un pc e di una connessione può gettarsi nella mischia;

  4. il proliferare di content marketplace e altri committenti che permettono a tutti di scrivere, senza sincerarsi delle loro effettive competenze.

Ci tengo, però, a precisare che l'obiettivo di questo post non è quello di demonizzare il mestiere del copywriter o i professionisti che lo svolgono. Anzi, al contrario vorrei mettere in luce un problema che purtroppo esiste e che rischia di inficiare l'intero comparto. Ed è per questo che di seguito intendo chiarire meglio perché l'improvvisazione nuoce al copywriting e come possiamo difenderci da essa.


Improvvisazione e copywriting, consigli per l'uso

Sono convinta che l'improvvisazione faccia male al copywriting perché lascia percepire una semplicità d'esecuzione del lavoro che svilisce l'intero comparto, rendendolo più superficiale agli occhi dei clienti e dei destinatari finali. Ciononostante ritengo che la gavetta sia fondamentale.

Infatti, chi è interessato davvero a imparare questo mestiere può farlo senza troppe difficoltà. Il segreto, secondo me, sta nel fare dello studio e dell'esercizio i due pilastri su cui puntare per intraprendere un percorso che ci consenta di maneggiare con sicurezza le tecniche e i segreti del mestiere.

Per questo mi sento di dare un consiglio a tutti gli aspiranti copywriter. Non proponetevi ai clienti come professionisti fin quando non siete certi di disporre delle competenze necessarie per seguire con consapevolezza un progetto. Piuttosto investite sulla vostra formazione: seguite corsi, scaricate ebook e guide, leggete manuali e ascoltate i professionisti del settore.

In questo modo riuscirete a scoprire le basi del mestiere, a farle vostre. La cosa che ritengo essere più importante è non sottovalutare mai questo lavoro, a cui ci si deve dedicare con responsabilità e attenzione. Quindi pensate ai vostri primi passi nel mondo del copywriting come a un momento propedeutico, una fase in cui guardarsi intorno e apprendere il più possibile.

E non dimenticatevi di iniziare ad esercitarvi, di mettervi alla prova. Per farlo sarà sufficiente seguire i 3 passaggi che vi suggerisco:
  • aprire un blog;
  • scrivere e pubblicare guest post;
  • frequentare forum del settore e social networks per entrare in contatto con altri professionisti e crescere grazie al confronto e al dialogo.

Non credete che questo farà di voi copywriter migliori? D'accordo, ma l'alternativa sarebbe quella di ritrovarvi a scrivere decine di articoli al giorno per pochi euro. Il risultato? Frustrazione e insoddisfazione. Non avrete il tempo per migliorare e a nessuno importerà darvi consigli utili a crescere. Non credo sia questo quello che volete, perché sono certa che per poter emergere in questa professione – come in altre – si debba dare il massimo, dimostrando ogni giorno con umiltà il nostro valore. Insomma mettetevi in gioco, ma fatelo un passo alla volta e vedrete che il vostro lavoro e l'intero comparto non potranno che beneficiare di questa scelta.


Letture consigliate

Se volete sapere chi è davvero il copywriter vi consiglio di leggere questo vecchio ma attualissimo post pubblicato su Un Posto al Copy. Nell'articolo Daniela Montieri cerca di illustrare questa figura della quale, spesso, non si conosce la vera essenza. Una lettura che cambierà la vostra visione del copywriter!


E voi, cosa ne pensate?

Credete anche voi che l'improvvisazione sia uno dei problemi del copywriting? Come porvi rimedio? Quali suggerimenti dareste a un copywriter alle prime armi per fare gavetta?

12 commenti:

  1. Ciao Cristiana, grazie per la citazione :-).
    Dico la mia: vedo ultimamente un proliferare di copywriter improvvisati. Da un lato però è un bene. Una volta si faticava a far capire il significato della parola "copywriter" (soprattutto in famiglia ;-)). Da qualche tempo invece i cosiddetti "contenuti" diventano sempre più importanti, questo significa che un copy ha molte più possibilità di lavoro rispetto al passato. Quante agenzie, soprattutto le più piccole, il copy non ce l'avevano nemmeno, tanto i testi li improvvisava il titolare? Penso che le cose stiano cambiando. Ben vengano quindi anche gli improvvisati, se significa diffondere la cultura di un mestiere. Poi stringi stringi si vede sempre chi è bravo e chi non lo è.

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    1. Ciao Daniela,
      figurati è stato un piacere citarti :)

      Vedi, io credo che l'improvvisazione possa fare bene se funzionale a un percorso di gavetta. L'obiettivo deve essere quello di migliorare e crescere. Diversamente il rischio credo sia quello di generare un impoverimento della professione.

      Poi, hai ragione: chi è bravo emerge sempre.

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  2. Hai parlato della nota dolente: i content marketplace :)
    Hanno trasformato l'arte e la professione della scrittura in un mercatino di merce a basso costo.

    Oggi, stando a quanto si legge in rete, c'è più improvvisazione che professionalità e padronanza della materia.

    E, come sempre, mi hai ispirato un post che uscirà a luglio :D

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    1. Sono un copywriter di 10 anni, ma come webwriter sono proprio neonata. Ho dato un'occhiata a questi content marketplace e i prezzi che propongono per articolo sono inverosimili. Ma funzionano? C'è davvero gente che perde il proprio tempo per 3 euro?

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    2. @Daniele: bene, allora aspetterò luglio per leggerti ;)

      @Daniela: purtroppo sì, funzionano. Ci sono committenti e professionisti disposti a lavorare per quelle cifre. Questo è certamente un aspetto che nuoce al mestiere.

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    3. @Daniela: scherzi? Una volta ho visto "fare la fila" per accaparrarsi un articolo da scrivere... di 600 parole... in inglese... a 2-3 euro, non di più. ;)

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  3. Ho in programma anch'io di creare un content marketplace, ma di stampo decisamente diverso da quelli in voga. Un'idea, nulla più. Non so neanche se la metterò in pratica.

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    1. Imperi, pensaci seriamente perché se la cosa è come credo di aver intuito ha senso farlo.

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    2. Allora te ne parlo in privato e se davvero hai intuito allora mi leggi nel pensiero, Tumedei :D

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    3. D'accordo, vedremo se ti leggo davvero nella mente o se il mio intuito fa pena :D

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    4. Anch'io mi faccio paura, Alessandro :D

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