Pages

domenica 3 febbraio 2013

3 parole per alimentare la mia scrittura

Altro post fuori programma con il quale intendo onorare il mio impegno nel seguire il programma Scriverenel 2013, promosso da Daniele Imperi sul suo blog Penna Blu. Con questo post il blogger ci chiede di fare un ulteriore sforzo: quello di riprendere le tre parole che caratterizzano la nostra scrittura e di capire come esse possano alimentarla.


Le mie tre parole

In questo articolo avevo individuato le tre parole della mia scrittura, quelle che racchiudono la sua essenza. Dopo un'attenta analisi ero riuscita a indicare tre termini: fiducia, evoluzione e limiti. La fiducia rappresenta la necessità ch'io creda maggiormente in me stessa, nel mio mondo, nelle storie che racconto. L'evoluzione, invece, attiene alla sfera della consapevolezza, a quel processo di costruzione dell'io che passa attraverso l'acquisizione della fiducia che, ancora, stenta a manifestarsi. Infine, i limiti: non quelli intrinsechi, ma quelli esterni, dipendenti da variabili che sfuggono al mio controllo, come il tempo, le persone e la mia testardaggine. In questo senso, il loro superamento si rende un obiettivo necessario.

Capire come questi tre termini possano essere impiegati per alimentare la mia scrittura non è stato facile. Tuttavia, credo di essere giunta ad una soluzione soddisfacente. Soluzione che mi è stato più facile rappresentare in un poster, che andrà ad aggiungersi a quelli che già tappezzano le pareti del mio studio.

Fiducia

Capire come alimentare la fiducia nella mia scrittura e nelle mie storie è stato piuttosto complicato. Infatti, per indole tendo sempre a detestare approcci troppo ottimistici e acritici verso se stessi. Questa volta, non ho potuto esimermi dal trovare una risposta che, seppur banale, penso rappresenti l'unica soluzione possibile.

Per nutrire la fiducia verso i miei scritti – e le mie capacità – dovrò scrivere. L'azione in se stessa non sarà sufficiente, poiché quotidianamente scrivo per mestiere o per diletto. Quindi, dovrò fare in modo di farlo più assiduamente, in maniera più libera e sincera. Abbandonare ogni pensiero o suggestione negativa e scrivere, con convinzione.

Evoluzione

Riflettendo ho capito che per raggiungere una maggiore consapevolezza della mia scrittura, così da nutrirla, dovrò far leggere a qualcuno i miei scritti. Il primo passo da compiere sarà quello di spogliarmi di tutti i pregiudizi che negli anni hanno viziato il mio atteggiamento e affidare le mie storie al giudizio critico di persone diverse da me. Ma questo non sarà sufficiente.

Infatti, per fare in modo che si compia una vera evoluzione della mia scrittura dovrò stare ad ascoltare il parere di chi leggerà quegli scritti. Non solo, dovrò cercare di comprendere la percezione che quel lettore avrà delle mie storie – e, dunque, del mio mondo – così da poterle comprendere con sguardo disilluso. In questo modo, acquisirò una nuova consapevolezza della mia scrittura e di me come scrittrice, crescerò e inizierò a provare maggiore fiducia in me stessa.

Limiti

Lavorare su questa parola è stato meno complicato del previsto. Infatti, ho sempre pensato che i limiti esterni che devo combattere per alimentare la mia scrittura dipendano principalmente da tre fattori: il tempo, le persone e la mia testardaggine. Dunque è su di essi che ho lavorato.

Il tempo gioca contro la mia scrittura da sempre. E oggi più che mai questa affermazione è vera. Gli impegni che dobbiamo onorare crescendo sono numerosi e lasciano davvero poco spazio a noi stessi e alle nostre passioni. Inutile farsi fagocitare dagli eventi della vita quotidiana, poiché il rischio è quello di cadere vittime dell'insoddisfazione e di non riuscire a godere di nulla. Per questo credo sia importante ch'io mi ritagli un tempo per la scrittura. Che mi imponga uno spazio nella giornata da dedicare alle mie storie, ai miei mondi. Non importa che in quei momenti io porti avanti progetti precisi e definiti. Ciò che conta è che lasci libera la mia scrittura di manifestarsi, senza interferenze o limitazioni di sorta.

Il secondo limite da abbattere è la mia testardaggine. Credo di essere ripetitiva, ma devo ribadire di essere una persona che pensa davvero troppo. Mi pongo sempre moltissime domande e cerco ostinatamente di dare una risposta a tutte quante. Per combattere questo limite ed alimentare, così, la mia scrittura attuerò una tattica precisa. Invece di fuggire i miei pensieri, li metterò nero su bianco, tutti nessuno escluso. E da essi partirò per costruire dei racconti. In questo modo li renderò protagonisti di una storia e, attraverso questa personificazione, cercherò di estrapolarli e comprenderli.

Infine dovrò confrontarmi con gli altri, con quelle persone che da sempre cercano di farmi desistere, di convincermi che non vale la pena di perseguire le mie passioni. Superare questo limite penso darà una svolta in positivo alla mia scrittura. E allora – perdonatemi per la soluzione banale che ho trovato – dovrò tornare ad essere la strega di un tempo. La strega di Vasco, quella che “se ne frega, ai giudizi degli altri non fa neanche una piega”. Non che io sia mai stata una diva del sabato sera, ma un tempo non mi importava di nulla se non di appagare me stessa e le mie passioni. In questo senso credo di dover tornare ad essere quella strega, quella che non si cura affatto di come appare. Un tempo avrei detto: “Io sono questa, che piaccia oppure no!”. Ecco così dovrà essere la mia scrittura: libera, sincera, spontanea.


Conclusioni

Questo esercizio è stato piuttosto utile, se non altro perché mi ha spinta a trovare delle soluzioni efficaci da mettere in pratica. Una sorta di invito a passare ai fatti che accolgo molto volentieri. Un passaggio che credo aiuti a dare maggiore compiutezza al percorso che sto seguendo.

2 commenti:

Caro lettore, commentando dichiari di aver letto e accettato la privacy policy di questo blog.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.