venerdì 14 dicembre 2012

La punteggiatura: ecco a cosa serve e come usarla


Lavorando con le parole ho sempre pensato che queste acquisiscano un significato compiuto solo quando vengono pronunciate a voce alta. Sarà per questo che adoro cimentarmi in divertenti esperimenti di lettura espressiva. Una convinzione che mi spinge a porre molta attenzione al ritmo che riesco a dare ai miei scritti, siano essi professionali o creativi.


Ritmo che, molto spesso, è difficile da rendere. Soprattutto quando si ha a che fare con lettori che non hanno mai sentito la tua voce e non sanno quale sia la sua cadenza. Un utile esperimento in questo senso (che mi diverte molto fare, appena ne ho l'occasione) è scrivere un brano, cercando di dargli un ritmo ben preciso, e poi farlo leggere ad alta voce a qualcuno.

Bene, se la persona legge il tutto con l'intonazione che voi avevate immaginato scrivendolo, allora siete riusciti in un difficilissimo intento: dare un ritmo chiaro e facilmente comprensibile al vostro testo. Inutile dirvi che, a me, quest'esperimento riesce raramente! Ed è proprio per questo motivo che cerco sempre di prestare la massima attenzione a come un mio scritto suona ad alta voce.

Vista l'introduzione, vi starete chiedendo che senso abbia parlare di ritmo nella rubrica Pillole di Grammatica. Il motivo è presto spiegato. Infatti, gli strumenti che possono aiutarci a dare un senso ed una musicalità al testo che stiamo scrivendo sono i segni di punteggiatura.

Alleati fedeli di ogni scribacchino, questi simboli ci permettono davvero di conferire un tono preciso alle frasi che, grazie ad essi, acquisiscono significato ed espressione. La punteggiatura, infatti, rappresenta l'insieme di quei segni convenzionali utili a chiarire il significato di un testo scritto. E se ben impiegati all'interno delle frasi, possono davvero decretare la riuscita di un componimento.

Cerchiamo, quindi, di capire quali sono le due principali funzioni svolte dai segni di punteggiatura.

  1. Funzione espressiva: aiutano a rappresentare il colore di una frase, insomma il particolare significato verbale che vorremmo essa trasmettesse.

  2. Funzione esplicativa: la punteggiatura mira a far comprendere il significato di una frase, in base al quale, essa viene letta.

È chiaro, quindi, che la funzione espressiva della punteggiatura si manifesta nella sua capacità di farci comprendere pause e modulazioni proprie del linguaggio. Diversamente, quella esplicativa ci aiuta nel comprendere meglio il senso della frase, per poi trasmetterlo agli altri attraverso la giusta intonazione.

Quindi, l'utilizzo della punteggiatura è fondamentale per riuscire a rendere un testo fluido e scorrevole, ma anche comprensibile. Vediamo, dunque, quali sono i principali segni di punteggiatura e come usarli.

  • ! il punto esclamativo viene impiegato per esprimere una serie diversa di sensazioni, come la meraviglia, lo stupore, il desiderio, il dolore e perfino il comando o la vocazione. In ogni caso, esso assume un forte significato, a tratti imperativo, che si ripercuote sulla lettura. Pensiamo ad espressioni come che magnifica idea!, che dolore!, fate silenzio!, mi aiuti!. In tutti questi casi il tono della voce sarà certamente deciso, anche se il significato di quanto stiamo dicendo cambia sensibilmente. 
     
  • ? il punto interrogativo serve a farci comprendere meglio il tono della frase, ma può anche indicare una domanda, una perplessità o la volontà di dare enfasi ad un'espressione. Ne sono un esempio frasi del tipo: chi sarà il vincitore?, e ora, cosa farò?, chi non vorrebbe essere così ricco?. Come è evidente, l'uso del punto interrogativo conferisce un'intonazione precisa e particolare alla nostra frase che, se ne fosse sprovvista, assumerebbe tutt'altro significato.

  • i puntini di sospensione, spesso, vengono sottovalutati dai redattori. La loro importanza, però, non è solo stilistica, ma anche strategica. Essi, infatti, suggeriscono chiaramente il tono di una frase che rimane sospesa, non conclusa. Questi possono servire per creare un sottinteso (come nel caso di tra il dire e il fare …) oppure per dare una pausa al discorso, che crei suspance (piano … ecco … viene di là … lo vedi?). 
     
  • . il punto fisso è forse il simbolo più conosciuto ed utilizzato, perché serve ad indicare la fine di una discorso. Quando viene posto, esso suggerisce un forte pausa prolungata. Ed il periodo successivo può anche cambiare del tutto argomento rispetto al precedente.

  • , la virgola, invece, indica una breve pausa temporale. La sua funzione è davvero importante in una frase, perché aiuta a darle la giusta intonazione.

Questi sono solo i segni di punteggiatura principali. Altri possono essere il punto e virgola, le virgolette o le parentesi. Tutti quanti sono fondamentali per la scrittura e possono cambiare sensibilmente il significato di una frase. Per questo, è bene conoscerli ed allenarsi per utilizzarli al meglio.


LETTURE CONSIGLIATE

Anche oggi vi propongo la lettura di un interessante articolo sulla punteggiatura nella rete scritto da Luisa Carrada sul suo mestierediscrivere.com. Perché, come abbiamo ripetuto più e più volte, ascoltare chi ha più esperienza di noi può aiutarci a crescere e migliorare. 


E VOI, COSA NE PENSATE?

Anche voi siete convinti dell'importanza dei segni di punteggiatura? Come li utilizzate generalmente nei vostri scritti?

10 commenti:

  1. Mi piacerebbe conoscere la tua opinione sul punto e virgola.

    RispondiElimina
  2. Ciao Lucia,
    vedi il punto e virgola è certamente uno degli strumenti di punteggiatura più discussi.
    Il motivo è semplice: per molti, esso non ha nessuna utilità perché fissa una pausa lievemente più prolungata rispetto alla virgola, ma non conclude propriamente la frase come fa il punto.
    Personalmente, credo che il punto e virgola possa essere davvero utile. Soprattutto in narrativa, dove il ritmo e la fluidità del testo diventano fondamentali.
    Io cerco di utilizzarlo tutte le volte in cui una frase rischia di diventare troppo lunga e monotona.
    Mi spiego. Quando non è proprio possibile dividere due o più periodi con il punto (perché si rischerebbe di perdere di efficacia), opto per il punto e virgola che, sì separa i singoli discorsi, ma conferisce loro una sorta di continuità.
    Insomma, io sono convinta che anche il punto e virgola sia un segno di punteggiatura utile ed importante. E tu, cosa ne pensi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti il punto e virgola viene usato poco. Io ogni tanto lo uso, ma è utile.

      Elimina
    2. In effetti, il punto e virgola è piuttosto sottovalutato. Non che si debba abusarne, ma credo sia davvero uno strumento essenziale della scrittura.

      Elimina
    3. Guarda, se ti fa piacere, puoi leggere i miei post sulla punteggiatura, così vedi l'uso che faccio io del punto e virgola. Comunque, post interessante.

      Elimina
    4. Ti ringrazio Lucia.
      Più tardi andrò sicuramente a leggere i tuoi articoli sulla punteggiatura.
      A presto.

      Elimina
  3. la punteggiatura è forse la cosa a cui faccio più caso quando mi approccio alla lettura di un autore che non avevo mai letto prima.

    Detesto gli eccessi di puntini di sospensione ed esclamativi, le virgole messe alla boia d'un giuda.
    Quando scrivo, uso sempre i trattini al posto delle virgole (e al posto delle parentesi, che rendono il testo simile a un'equazione) nelle incidentali.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Alessandro.
      Credo che tu abbia centrato un punto molto importante della questione.
      La punteggiatura, in effetti, è uno strumento a disposizione dell'autore per farsi meglio comprendere dai propri lettori.
      Proprio per questo è così versatile. Ognuno la impiega come ritiene più opportuno, finendo per creare un proprio stile di scrittura personale.
      Anche da lettori la punteggiatura assume un grandissimo peso e, come dici tu, può influenzare il nostro approccio verso l'autore del testo.

      Elimina
  4. Sono importanti sì, fanno capire il senso della frase. Dovrebbero ricordarsene i giornalisti televisivi, ché quando parlano non usano mai virgole :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai proprio ragione.
      Se provi solo ad ascoltare i servizi tg, senza guardare le immagini, è un pò come trovarsi davanti ad una versione popolare e maccheronica dell'Ulysses di Joyce.
      Con la differenza che lui, almeno, sapeva quello che voleva dire!

      Elimina

Caro lettore, commentando dichiari di aver letto e accettato la privacy policy di questo blog.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.